Macroregione del Nord
Ma chi ne sa qualcosa?
Tondo firma con Maroni, Cota e Zaia «a difesa dei nostri
interessi». Pd e Montiani all’attacco: «Funerale dell’autonomia»
Riportiamo dal quotidiano "Il Piccolo" l'articolo di Marco Ballico
Se Roma attaccherà la nostra specialità, non saremo da soli a difenderla». Così il Governatore Tondo.
Una firma per il Nord ma anche per il Friuli Venezia Giulia, spiega Renzo Tondo dopo un’altra tappa verso la Macroregione settentrionale.
Un impegno sottoscritto a Sirmione da Fvg, Veneto, Lombardia e Piemonte. Ma, se l’asse Pdl-Lega esulta, Pd e Terzo Polo aprono già la polemica. Ivano Strizzolo parla di «trovata pubblicitaria», il ministro Andrea Riccardi addirittura di «funerale» dell’autonomia.
Tondo, ieri sul lago di Garda, sigla con i colleghi Luca Zaia e Roberto Cota,
oltre che con il “regista” Roberto Maroni che parla di «sindacato del territorio
per competere con Roma e Bruxelles», un patto in cui, secondo il governatore,
«viene riconosciuta la serietà della nostra gestione della specialità:
responsabilità, non privilegio».
Si intitola “Impegno delle Regioni alpine del
Nord per la macroregione alpina” l’intesa sottoscritta all’hotel Terme, presenti
anche i sindaci di Verona Flavio Tosi, di Pavia Alessandro Cattaneo e l’ex
ministro Mariastella Gelmini.
Due cartelle con sette punti in realtà molto
generici. Si va dall’obiettivo di linee politiche integrate a nuove forme di
collaborazioni anche transfrontaliere, dalle sinergie economiche,
infrastrutturali, culturali, sanitarie e ambientali al fronte comune per
sfruttare le opportunità delle nuova programmazione comunitaria 2014-2020.
Al
punto 5 la questione fiscale, l’unico approfondimento concreto. Come vuole la
Lega, le Regioni ordinarie si impegnano a «richiedere l’attribuzione e
l’utilizzo in ambito regionale, prevedendo una riduzione della pressione
fiscale, di risorse in misura non inferiore al 75% del gettito tributario
complessivo», mentre lo “speciale” Fvg, «attiverà un apposito tavolo di
negoziazione complessiva».
Tondo, auspicando che facciano parte del progetto pure Liguria, Trento,
Bolzano e l’Emilia Romagna, entra poi nel merito in tema di fisco rilevando le
conseguenze negative per tutto il Paese «quando un’azienda dal Veneto o del Fvg
va a piazzare la propria attività in Slovenia perché là trova le imposte al 23%
e una burocrazia più snella». E risponde poi alla domanda politica: passo avanti
verso la riconferma, anche in regione, dell’accordo con il Carroccio? «Non è un
caso che il Nord amministrato da Pdl e Lega pensi più di tutti a ridurre tasse e
burocrazia per aumentare occupazione e produttività», dice Tondo mentre Zaia,
con cui il presidente Fvg ha parlato di terza corsia e accordi tra finanziarie,
parla di «patto d’attacco». E aggiunge: «Vorrei vedere scritto anche il
sottotitolo “basta Roma, basta Sud”».
Posizioni da leghismo doc che centro e sinistra respingono con forza. Il
ministro Riccardi attacca: «Con la Macroregione del Nord, una forma di
nazionalismo localista, si celebra il funerale di un’autonomia Fvg che è
virtuosa e andrebbe rafforzata». Tuona anche il Pd con Strizzolo: «Non è
accettabile che il presidente Fvg, anziché valorizzare la specialità, sfregi
l’autonomia prestandosi ancora una volta a coinvolgerci in un pasticcio
politico-istituzionale anticamera dell’annessione al Lumbard-Veneto». Quindi
Debora Serracchiani: «Tondo, sempre al traino di qualcuno, si chiami Berlusconi,
Bossi o Maroni, rinuncia a trattare direttamente con Roma e si mette nelle mani
di tre leghisti cui non importa niente del Fvg».
Abbiamo chiesto alla Tolmezzina Candidata al Parlamento Cristiana Gallizia di esprimere il suo parere in merito alla decisione assunta personalmente dal Presidente Tondo. Iniziativa che pare presa comunque al di là di qualsiasi confronto con il territorio regionale.
"La macroregione del nord è una nuova invenzione, un
neologismo applicato alla geografia, degno della migliore "isola che non
c'è" di Peter Pan.
Dopo la Padania ci vogliono convincere che la geografia
va riscritta, da pochi, da quattro persone.
Ho ascoltato le varie critiche politiche sulla pesante
firma di Sirmione, e concordo trasversalmente con tutte; in primis mi chiedo:
chi rappresenta il Presidente uscente, addiruttura prossimo alla scadenza del quinquennio, per
ipotecare un avvenire che sta invece aprendosi verso l'Europa, con col compito
costituzionale di garantire equo sviluppo a tutta la Nazione? Chi gli ha dato
il mandato per impegnare il nostro futuro in modo così settoriale, quando
invece dobbiamo aprire occhi e orecchie sul mondo?
La grande mistificazione della macroregione del nord,
oltre a stridere con la celebrazione del 50 esimo di autonomia regionale, ci
mette nelle fauci di regioni ben più "pesanti" della nostra, dinanzi
alle quali la pretesa autonomia diviene voce flebile ed annacquata in interessi
che non ci appartengono e non ci difendono.
La macroregione sarà una padania con arco alpino alle
spalle; da carnica ritengo che il governo della pianura prevarrà comunque sul
governo della montagna, perchè presupposti e prerogative sono diversi, quindi
non intravvedo nemmeno ipotetici vantaggi per le "terre alte"."
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