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SERVE UNA POLITICA FRANCESCANA



Caro Presidente Napolitano,

Ti ringraziamo come Italiani per l'alto senso dello Stato dimostrato, che ha permesso di sopperire all'incapacità del sistema partitico, e comprendiamo quanto sia costato in termini umani il grande sacrificio personale che Ti sei imposto ed hai imposto alla Tua famiglia.

Prevedendo una durata "a tempo ridotto" della Tua Presidenza ed avendo chiara la visione di quanto si deve e si dovrà fare per per cercare di risollevare questo nostro povero Paese, pensiamo che ci sia la necessità che il Tuo successore continui sulla scia delle riforme e degli interventi che  fin da subito indicherai al nuovo governo e che,  ci auguriamo tutti, tale governo saprà portare avanti rapidamente e concretamente, assumendo su di sè la responsabilità dei processi operativi e del controllo dell'esecuzione e del  risultato finale.

Vorremmo dunque segnalare, in modo molto sommesso, alcune situazioni, inerenti gli Organi Istituzionale del Paese, che secondo noi dovrebbero essere migliorate e rese più efficienti ed efficaci nell'interesse del Popolo Italiano.

Ecco, vorremmo Presidente che, ad iniziare dal  Quirinale, tutte le nostre Istituzioni fossero un po' più "francescane", traendo spunto proprio da quest'aria  nuova che si respira, continuamente  predicata da Papa Francesco e che sembra aver contaminato in modo positivo "l'umanità dei semplici". 

Diciamo che vorremmo un Presidente  "Francesco" perchè in lui dovrebbe convivere la orgogliosa dignità della rappresentatività Nazionale, la massima determinazione nella difesa della Costituzione e dell'unità della Nazione ma, anche,  la forte volontà di riportare il Quirinale, le altre Istituzioni, i Partiti e la politica nel suo complesso a livelli più consoni e rispondenti  alla realtà attuale e,  molto probabilmente anche futura, del nostro Paese.  Tutto questo in linea con le migliori Istituzioni europee e mondiali, avendo la capacità di togliere definitivamente dai Palazzi gran parte di quei riti formali e quei pomposi addobbi ottocenteschi ormai non più in vigore nemmeno tra le peggiori monarchie europee.


Uscieri, valletti, maggiordomi, sposta sedie, valanghe di serventi (fa tristezza vedere uomini e donne fermi in piedi dietro lo scranno presidenziale occupati solamente a spostare la sedia dei Presidenti e portare qualche breve messaggio), pagati bene, anzi molto bene, profumatamente, con pensioni ancor più auree ma con funzioni superficiali e prive di qualsiasi qualità che fanno del Quirinale, ma anche del Parlamento,  del Senato e di Palazzo Chigi le Istituzioni democratiche più costose d'Europa.

Pensare che uno stenografo può arrivare a guadagnare  254.000,00 euro all'anno e che nella media il vitalizio degli ex dipendenti del Senato o oggi circa di 135.000,00 euro l'anno, oltre 13 volte in più di una pensione media dell'Inps, è cosa che ci lascia perplessi ed affranti.

Un commesso del Senato invece va in pensione a 52 anni con 8.000,00 euro di pensione per 15 mensilità. Solita indignazione, solite proteste, solita solfa: taglieremo, ridurremo, cambieremo. Era il 2009. Oggi le pensioni dei dipendenti sono cresciute di oltre il 22 %. Queste sono le promesse e gli impegni dei politici italiani. Vergogna.

Figure professionali queste che hanno goduto e godono tutt'ora di privilegi collegati alla casta politica e che hanno, per di più, la possibilità di andare in pensione ancora nel fiore dell'età e con assegni gonfi come le tette della Minetti. La legge infatti riserva a coloro che sono stati assunti prima del 2007 (praticamente tutti) di utilizzare ancora il più vantaggioso sistema retributivo al contrario di quanto capita ai comuni mortali  dopo la riforma Dini.

La giustificazione della politica è quella che i parlamentari, per la delicatezza delle loro mansioni, hanno bisogno di personale qualificato (è per questo li si manda in pensione a 50 anni?). Fa semplicemente ridere ed anche un po' "incazzare". Pensate voi perchè un usciere di Palazzo Madama deve essere più qualificato di un qualsiasi altro usciere? E qual'è la conclamata delicatezza del suo compito? Il riverire l'onorevole, lo spazzolare le rosse corsie dove poggia il suò stanco piede, il girare la maniglia con ossequiosa cortesia o  spostare la sedia senza infastidire  gloriosi deretani?

Tutto ciò mette in mostra una immagine dequalificata ed un  onere non più accettabile e sostenibile per le tasche degli Italiani, che potrebbe e dovrebbe ben essere    evitato, facendo dimagrire fortemente, per numero, formalità, sprechi e costi complessivi, le strutture burocratiche, permettendo di distribuire le risorse, così recuperate, a chi produce per far crescere e progredire veramente  il  nostro Paese.










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E' LA PRIMA VOLTA PER L'ITALIA




NAPOLITANO AL QUIRINALE!!!

Grande sacrificio del Presidente  difronte l'incapacità della politica

Ora dovrà anche garantire governo ed equilibri politici


Si è conclusa, politicamente parlando, una delle settimane più terrificanti per il paese Italia. La rielezione a Presidente di Giorgio Napolitano, peraltro avvenuta nel modo in cui tutti abbiamo potuto assistere, praticamente in diretta, e dopo che il P.D. aveva deciso di auto eliminarsi con un comportamento al limite della follia,  risolve provvisoriamente il problema di occupazione del Quirinale ma sancisce anche la disfatta della coalizione che aveva vinto alle recenti elezioni politiche. Ora  tutti dicono la loro e, come sempre accade, i bravi politicanti  trovano ogni giustificazione per non porre l'accento sull'ignobile spettacolo messo in mostra davanti a tutta la platea Nazionale e Mondiale. C'è chi anche, come Minniti e Franceschini che ha  persino avuto il coraggio di sottolineare, a caldo,  "il grande senso di responsabilità tenuto dal Partito Democratico nella sesta votazione....." (sic!!).

Come la vediamo noi, invece, l'unica vera fortuna  è quella che a garantire la Costituzione Italiana e l'unità del Paese ci sia ancora il Presidente Napolitano, un vero "Padre della Patria", uomo di nerbo e di principi, con una moralità al di sopra di ogni sospetto.

Va però anche sottolineato che la tendenza comportamentale emersa in questo frangente, e dal Presidente perseguita in tutta questa vicenda,  porta alla necessità di riconsiderare l'aspetto Costituzionale della Presidenza della Repubblica, inducendo ad una possibile trasformazione della stessa in una Repubblica Presidenziale con elezione diretta del Presidente stesso.

Ora  guardiamo un po' indietro e pensiamo cosa sarebbe potuto succedere se le Camere avessero eletto altri personaggi facenti parte di una storia passata e che hanno anche contribuito in misura molto significativa a portare il Paese in questa situazione di crisi politica, sociale ed economica, prima di tutto interna. Ed affermiamo ciò perchè esiste ancora il rischio di trovarci qualche tragico pensatore politico magari alla guida di un Governo che ormai dovrà poggiare praticamente sulle "larghe intese" (vederemo se con questo termine si intenderà l'affrontare i problemi essenziali del Paese con soluzioni condivise dai due principali partiti o far finta di collaborare con il solo intendo di andare prima possibile al voto).

Purtroppo in momenti come questi c'è dunque il grande rischio che la poca fantasia e la scarsissima propensione al rinnovamento porti alla luce quei soliti nomi, chiaramente dal popolo identificati come "principi della casta politica". E tra questi in particolare due.

Lamberto Dini, quello che seppellì per sempre le rendite di anzianità e che introdusse il severo sistema contributivo al posto di quello retributivo, colui che fu chiamato l'uomo "taglia pensioni" ma che però personalmente ne incassa due entrambe ricchissime e le accumula per di più con un terzo assegno di Stato, quello dell'indennità da Senatore. A spanne oltre 40.000,00 euro netti al mese; roba da far venire l'indigestione anche ai lottatori di "sumo". Uomo lui, altresì bravo a fare spesso, specialmente quando conviene, il salto della quaglia: prima ministro del centro destra, poi capo del governo con i voti del centro sinistra. "Lacrime e sangue per stare in Europa" e "scusate, ma i sacrifici sono necessari": queste le sue parole d'ordine anche se lui di sacrifici ne ha imposti molti ma ne ha fatti pochi. Infatti nel 1994, pochi mesi prima di tagliare le pensioni altrui si premurava di mettere in cassaforte due splendide pensioni per se. Diciamo che rispecchia la coerenza dell'italiano medio che opera nel pieno rispetto della legge; solamente che è lui che fa la legge.

Oppure, altro nome che si sente pronunciare, è quello di Giuliano Amato, che con la sua manovra "monstre" dell'autunno del 1992, tutta lacrime e sangue, fu il primo Presidente del Consiglio Italiano a tagliare le pensioni d'anzianità dopo averle bollate come un'ingiustizia ed uno spreco. Come ministro del governo D'Alema dichiara in Parlamento nel luglio del 1999: "senza la riforma delle pensioni me ne vado". Argomento che ribadisce anche successivamente aggiungendo che "i sacrifici sono necessari". Ha anche invitato tutti coloro che godono di un reddito alto a rinunciare all'egoismo a beneficio degli appartenenti alle fasce di reddito più basse e dunque incapaci di crearsi una pensione complementare. Richiami che hanno spaventato milioni di onesti padri di famiglia che hanno pensato che sarebbero scomparse le poche certezze del loro futuro. Il Dottor Sottile, molto sottile e molto moralista, non si è risparmiato in questa crociata e si è impegnato a mostrarci l'importanza dell'essere virtuosi e del sapersi accontentare di poco. Per aiutarci su questa strada si è anche impegnato a mettere le mani nei conti correnti degli italiani. Lui d'altra parte è tranquillo. Nemico di tutti i baby pensionati, è andato in pensione a 59 anni e, tra permessi di cumulo e leggi e leggine che gli hanno consentito di veder trattate le indennità come veri e propri stipendi, oggi si porta a casa ben oltre 30.000,00 euro netti al mese. Non male, no? E per finire, nel 2010, Amato ha sostenuto, in un'intervista al "Corriere della Sera", le ragioni della rivolta giovanile con queste parole. "Protestano contro la voracità dei vecchi". Non ci sono parole per definirlo quando fa finta di non ricordarsi che da vecchio  incassa vitalizi d'oro.

E' proprio il caso di dire: "Che Dio ci aiuti".































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IN ****TINO VERITAS - "BOCCA MIA STATTE ZITTA"

Promotur

Allora è vero! Per il Presidente Mazzolini Promotur è stata solamente la rampa di lancio per raggiungere la Regione. Sistemati alcuni amici e figli di amici, promesso impianti ed interventi
vari a tutti i Sindaci dei Comuni presenti all'interno del Collegio Elettorale, mantenuta la situazione debitoria dell'Ente (tanto paga sempre Pantalone) si presenta come candidato senza nemmeno pensare a dimettersi dalla presidenza.

Tanto non c'è l'obbligatorietà dell'atto e, se la va male come l'altra volta, può sempre ritornare al suo appannaggio.



Noi riteniamo che su Promotur debba esser fatto un importante ed approfondito ragionamento politico guardando avanti, o meglio oltre, e dando prospettiva concreta ai poli turistici regionali. 



Tanto più avendo presente che l'unico comprensorio veramente in attivo, la Carnia con lo Zoncolan, non ha mai potuto esprimere un Presidente. Un tanto per il nuovo Governatore.






Lega Nord Tolmezzo 



Giovedì 21 marzo 2013 - ore 12,30 circa.


All'enoteca Trago l'assessore comunale Aurelia Bubisutti dichiara pubblicamente: "la mia esperienza con la Lega è finita". Lasciata la carica di Consigliere Comunale a favore del giovane Sica, rimane comunque in Giunta come Assessore. A questo punto, se non è più parte della Lega e ritiene di aver chiuso con la politica, chi rappresenta in Giunta. Ma ormai di tecnici e saggi sempre in sella il nostro Paese è pieno, per cui..........








By ****TINO VERITAS















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IN ****TINO VERITAS

Latteria di Tolmezzo.
Il Comune non dice niente?

Vorremmo chiedere al Sindaco Zearo se sa qualcosa in merito alla fusione (tentativo in atto o già avvenuto?) della Latteria di Tolmezzo con quella di Sutrio e se, eventualmete, tale operazione è da lui e dal suo esecutivo condivisa.

Considerando la gran diversità di numero di soci, tutti a favori di quella di Sutrio, e l'eseguità dei debiti contratti da quella di Tolmezzo (pare 15.000/20.000 euro), più che di una fusione si può parlare di una occupazione. Così la potente famiglia Peresson,supportata dai potenti di Sutrio,  entra in Tolmezzo e, a bassissimo costo, diventa proprietaria di uno storico immobile in centro città.
Un buon, anzi un ottimo affare ad un costo stracciato.
Un fatto comunque non ben chiarito e  presenta alcuni lati oscuri; quello dello spaccio che la latteria di Sutrio ha avuto a suo tempo in locazione dalla Comunità Montana. Scaduto il contratto, la stessa non ha partecipato alla nuova gara d'appalto (molti addetti ai lavori dicono che pare non si sia presentata volutamente perchè convinta che non ci sarebbe stata alcuna offerta da parte di altri concorrenti e che quindi potesse poi andare a trattativa privata, spuntando un prezzo ancor più vantaggioso per portarsi così a casa il servizio) ma, pur avendo vinto altro concorrente, questa è rimasta in "modo improprio" dentro i locali ancora per molto tempo, volendo anche vantare nei confronti del subentrante il costo, sostenuto, afferma,  degli arredi e delle attrezzature presenti nei locali, peraltro, al contrario dicono altri, a suo tempo  pagate con i soldi pubblici dalla Comunità Montana e non dalla Latteria stessa. In mezzo a queste diatribe intanto veniva accumulato un notevole arretrato di affitti insoluti  del cui esito,  pare,  la trasparenza faccia un qualche difetto.


In conclusione una operazione disegnata perfettamente e perfettamente portata alla conclusione con soddisfazione, si dice, di tutti: dal Presidente Paronitti alla segretaria Romanin che così rientrano dai debiti della Latteria di Tolmezzo, dal Peresson che potrà riaprire uno spaccio vendita di salami e formaggi di Sutrio sempre a Tolmezzo, ai produttori di latte di Sutrio, di Illegio (che altrimenti doveva chiudere), Alesso (così il figlio di un socio della Latteria di Tolmezzo potrà continuare a gestire la sua stalla di 40 vacche) e da Moggio, da dove proviene il casaro.

Complimenti al bravissimo Marsillio che, in questo modo, riesce ad assicurare alla Latteria del suo Comune un palazzo storico del centro di Tolmezzo praticamente in regalo.


By  IN ****TINO VERITAS 













 

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E POI DICONO CHE "CI FACCIO O CI SONO"?


Le prime perle: 

"Santoro che va ospite in una trasmissione di   Berlusconi. Che spettacolo" 

"Con Bersani è fare un salto nel buio. Con gli altri un suicidio assistito"

"Fini e Casini? Ridicoli. Monti? E' solo l'elite"



 IL  GRILLO  PENSIERO







Esercizio di  controllo sull'azione politica? Ma di chi?

Grillo aveva a suo tempo dichiarato: "B. & B. sono uomini falliti. In Parlamento ci siederemo dietro ogniuno di voi per controllarvi". Probabilmente non aveva compreso che nel "voi" ci stavano anche tanti suoi "grillini".
Ha provveduto a risolvere l'incidente di percorso inviando i commissari, che riesumano il lontano ricordo dei "Commissari del Popolo" di comunista memoria.



Non è tempo di voto. Serve governare!

Grillo ha anche detto che:  "I potenti hanno sempre un vantaggio. Se il non potente vince, in realtà stravince". L'imminente consultazione elettorale darà, almeno per quanto riguarda la nostra Regione ed i suoi candidati, alla Presidenza ed in Consiglio, sostanza o meno a questa affermazione. Considerato che il suo obiettivo è quello di essere maggioranza assoluta del Paese e che la rete impazzisce di euforia per proclami ambiziosi di questo tipo, ci attendiamo un risultato che da inimmaginabile diventi realtà.

Nessuna delega; meno che meno in bianco.

 Sempre Grillo: "L'Italia è allo stremo delle forze,al limite della Grecia". La colpa, ormai è una convinzione generalizzata anche tra i politici, è, prima di tutto, della classe politica, che si è mangiato tutto in spregio al merito, alla competenza ed alla decenza. Dunque, se questo è "il Paese della corruzzione, della cattiva amministrazione, della cattiva giustizia o non giustizia, vuol dire che chi  governa ci ha un interesse e quindi non si può governare con lui e bisogna mandarlo via". Ergo "via tutti" e si torni al voto.  Grillo contro tutti per salvare il Paese e gli Italiani. Un progetto pericoloso, molto pericoloso. Potrebbe persino essere un primo passo verso il caos istituzionale.



A chi lo sprint finale in Regione?

Molti prevedono alle prossime elezioni regionali una caduta di consensi per il MoVimento 5S. Anche alle recenti Politiche c'è stato un momento analogo, ma il risultato finale ha dato completamente ragione a Grillo.
Stiano ben attenti i Partiti. La democrazia diretta prevede l'eliminazione di ogni barriera tra cittadini e Stato. La grande partecipazione popolare sul web, il linguaggio diverso e per molti sconosciuto della rete, le regole semplici  e i messaggi comprensibili a tutti costituiscono la forza del MoVimento, facendogli mantenere ancora un alto livello di autonomia decisionale ed operativa ed una posizione invidiabile nella classifica dei consensi.































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