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BISCOSI - Gli appuntamenti che non possiamo mancare



Diamo il via alla nostra seconda intervista -  Mauro Valentino  Biscosi

Nato a Brindisi il 9 aprile 1967,  vive a Tolmezzo dal 1998 dove lavora  presso l’Ospedale  di Tolmezzo/Gemona come Dirigente Medico Radiologico con l’incarico  di Responsabile di Struttura Semplice della Radiologia dell’Ospedale di Gemona.  Sposato con Bedendo Rita ha 4 figli.

In Consiglio Comunale dal giugno del 2009, data in cui è stato il primo eletto della sua lista con 121 preferenze,  ha avuto  anche una artecipazione alle elezioni regionali del 2008 dove ha ottenuto  400 preferenze.


Impegnato nel sociale e nel mondo cattolico è presidente del Centro Culturale Giovanni Paolo II che ha svolto e svolge tuttora, attraverso un impegno di volontariato,  una notevole e meritoria attività culturale a favore delle comunità tolmezzina.

Sportivo di lunga data, è appassionato di basket – dove segue la locale squadra – e partecipa all’attività dello Judo club.

         Dr. Biscosi, una vicenda politica particolare e travagliata la sua. Molti, tanti, la rimproverano il riconoscere solamente due colori: il bianco ed il nero. Il grigio (dicono, questi,  che sia il colore principe del politico) pare sia una sfumatura che non gli si addice e che……….alla fine la penalizza sull’esito conclusivo della sua azione politica. Quale è il suo pensiero in merito?

Mi devo forse vergognare di essere juventino? A parte la battuta se c’è una critica che accetto volentieri è proprio quella relativa alla mia presunta “rigidità”. Chi mi conosce bene e non superficialmente sa perfettamente che trova in me un interlocutore fermo nei principi in cui credo ma altrettanto disponibile al confronto su tutto il resto. Personalmente ammiro molto - e preferisco avere a che fare - con chi è onesto e chiaro nell’espressione del proprio pensiero in maniera tale che il confronto risulti costruttivo e non vacuo. Sono coloro i quali si assumono la responsabilità di ciò che dicono e fanno non rimanendo in quel limbo di coloro grigio che a tanti piace, ma che spesso trova nel proprio tornaconto il solo motivo di azione.

2     In questa stagione politica ha vissuto, assieme ad altri suoi amici, una profonda dicotomia:  accettare o subire regole ed ordini di Partito, o del gruppo più forte, oppure mantenere la propria libertà di pensiero e di azione, pur nel rispetto delle alleanze politiche in essere. Ha scelto la seconda via.  Era ed  è una pia illusione  o la speranza  infinita che l’intelligenza umana prevalga sempre sulla “pancia”?

Non c’è nulla di più grande per un uomo che alzarsi al mattino, guardarsi allo specchio e dire “sono un uomo libero”. Libertà non significa fare ciò che si vuole, ma aderire ad un progetto sapendo che la tua dignità di uomo e di persona non dipendono dal raggiungimento o meno del risultato. Perché, se invece fosse così, si correrebbe il rischio di accettare tutto e il contrario di tutto pur di ottenerlo. Abbiamo gridato a gran voce una sera in Piazza Mazzini,  durante la campagna elettorale, che non saremmo stati in vendita ma che avremmo mantenuto la nostra libertà e dignità nel rispetto di quanto concordato con gli alleati. Magari qualcuno dei nostri quell’affermazione l’ha dimenticata poco dopo, ma certamente abbiamo dimostrato che si può fare politica senza vendersi. E’ questa la nostra grande sfida per il prossimo futuro.

     E’ alla sua prima esperienza amministrativa. Quale la sua valutazione, in questi primi 3 anni e mezzo, dell’operato del suo gruppo e dell’amministrazione Zearo?

Come in tutte le esperienze ci sono lati postivi e lati negativi. Sinceramente l’esperienza all’interno del mio gruppo politico lascia in me un’amarezza per ciò che non è stato ma che poteva essere. Se semplicemente si fosse messo  in pratica il concetto di meritocrazia, che Casini va da sempre ripetendo salvo applicarlo poco, molte cose avrebbero potuto prendere una piega diversa. Invece spesso mi sono sentito abbandonato dal partito del quale difendevo le posizioni in Consiglio Comunale a favore invece di altri più malleabili o, addirittura, di gente esterna al Partito stesso. E’ chiaro che questo atteggiamento mi ha messo in grossa difficoltà all’interno della maggioranza, che a sua volta ne ha approfittato. Avessimo, in realtà, a che fare con fuoriclasse dell’amministrazione pubblica si potrebbe anche accettare, ma visto come è stato condotto il Comune in questi anni…… Ma alla fine va bene così; si impara anche  dalle cose negative, per cui sono comunque contento di aver conosciuto come realmente sono le persone al di là della facciata, e questo mi sarà di grande aiuto nelle prossime scadenze elettorali

4       Ha operato in una maggioranza che spesso le ha rimproverato di “cantare fuori dal coro”, fino a giungere ad espellerla dalla stessa  per la posizione presa su un tema, non presente nel programma elettorale ma fondamentale per la collettività ed il territorio. Come ritiene vadano gestiti i rapporti all’interno delle forze che sostengono una maggioranza ed un Sindaco?

La vicenda elettrodotto è una ferita ancora aperta,  più per la nostra Carnia che per me. Certamente l’atteggiamento da evitare nei rapporti  tra alleati è quello della prepotenza, anche quando i numeri  te lo permetterebbero.  Atteggiamenti di sufficienza, come spesso mi è capitato di vedere, denotano scarso intelletto e scarsa furbizia politica. Credo che,  al di là delle percentuali,  un alleato sia sempre un alleato, da ascoltare e valorizzare, sia prima delle elezioni (quando con il suo contributo ti aiuta a vincerle) che dopo (quando devi gestire la conduzione amministrativa del Comune). Come nella vita, i veri amici sono quelli che, quando serve, ti fanno notare gli errori e ti propongono soluzioni. Ritengo assolutamente non premiante, a lungo termine,  un rapporto basato su lacchè e opportunistico prezzolato sfruttamento reciproco. Ma anche in politica ci si potrebbe chiedere: siamo uomini o caporali

5      In passato i suoi rapporti con la lista indipendente, rappresentata dalla dott.ssa Gallizia, non sono stati sempre ottimali, anzi, spesso, in contrapposizione, pur avendo in comune tanti aspetti etici, culturali, e socio-politici. Oggi si sostiene di un vostro avvicinamento. Solo motivi elettorali  o un impegno comune per portare un forte rinnovamento nell’azione politica svolta ora dal Comune e, soprattutto,  in prospettiva della futura amministrazione?

V i  svelo un retroscena. Nei  mesi antecedenti  le elezioni del 2009 proposi alla Dr. Gallizia e al suo gruppo di andare uniti alle elezioni a sostegno del Sindaco Zearo. Non vi furono le condizioni  però, in quel momento,  per realizzare questo progetto. E’ vero che in questi anni ci sono stati grossi problemi di comunicazione con gli Indipendenti. Tuttavia, sono convinto che, in forza della intelligenza e della condivisione di molti ideali tra il sottoscritto e il proprio gruppo di amici da un lato e gli Indipendenti dall’altro, si possa ripartire assieme rappresentando la novità politica più importante degli ultimi 20 anni a Tolmezzo, capace di coagulare le tante forze positive presenti nella nostra città e che non si riconoscono nel modo di lavorare degli attuali partiti. Un progetto aperto a tutti coloro che vogliono contribuire a far crescere Tolmezzo. Un alleanza per il bene comune,  Alleanza per Tolmezzo, appunto

       Operare in politica a Tolmezzo o nella provincia, specie se all’interno di un Partito minoritario, è sempre più difficile e comporta tante rinunce e tanta disponibilità e pazienza. Forse è giunto il momento che il territorio periferico, che spesso è anche il più sano moralmente e culturalmente, si ribelli e che non rappresenti più un’ area di colonizzazione da parte delle centrali  del potere politico, siano esse a Roma che ad Udine o Trieste. Emancipare politicamente Tolmezzo è possibile?

Stiamo divenendo realmente una  riserva di caccia ma,  come tutte le riserve,  se non si mettono in atto strategie di sopravvivenza,  sono destinate a esaurirsi. Fuor di metafora, occorre un sussulto di orgoglio dei  Carnici e dei Tolmezzini in particolare. I partiti, così come gestiti finora, hanno fallito.  I loro dirigenti  ed i loro candidati non possono ricordarsi di Tolmezzo e della Carnia solo quando hanno bisogno di voti per essere eletti. Allora delle due l’una: o si mantiene lo stesso modulo di gioco ma si cambiano gli uomini nei partiti, oppure si cambia modulo e uomini (allenatore compreso) per dare una scossa vitale al sistema.  In ogni caso bisogna investire, anche in politica, sui giovani attraverso la progressiva acquisizione delle competenze che può arrivare da tutor più “vecchi”, desiderosi di impegnarsi in maniera migliore  per la crescita politica dei più inesperti. Questa è la scommessa mia personale e dei miei amici.

      Quale valutazione da all’uscita dall’UDC del prof.  Gigli ed il suo impegno nella lista civica Monti? E come considera tutti questi travasi tra partiti e movimenti che poco hanno a che vedere con scelte politiche e molto invece con convenienze personali?

Sono un grande amico del Prof. Gigli e so perfettamente quale è stato il suo percorso  in questi anni. Ricordiamo che il suo impegno diretto in politica è iniziato solo nel 2009 con le Elezioni Europee dove raccolse in regione FVG 9.000 preferenze circa. Senza scendere nei dettagli, dico solo che se un partito semina vento raccoglie tempesta. Anche l’UDC come quasi tutti gli altri partiti è caduta nell’errore di calare o confermare alcuni candidati a rappresentare un popolo senza che il popolo stesso potesse esprimere il proprio parere. Sarei curioso di vedere una competizione tra qualche mammasantissima dell’UDC e Gigli se si potesse solo esprimere una preferenza! Strategicamente, bene ha fatto Monti a chiedere a Gigli di essere capolista: in fin dei conti Gigli non è un vero politico ma espressione di quella società civile tanto cara al Presidente del Consiglio. D’altra parte lo spettacolo indecente che stiamo osservando di tentativi di riciclo di politici vetusti è solo all’insegna del si salvi chi può. Tutti i partiti ne sono in vario modo coinvolti, Monti compreso. Dobbiamo avere noi cittadini la forza di ribaltare questa logica partendo dai Comuni e in tutte quelle competizioni elettorali dove è possibile scegliere la persona da votare.

8     La montagna sta vivendo un grave momento che sta andando ben oltre la crisi che investe tutto il Paese. La cancellazione del Tribunale rappresenta senz’altro un’opera di disgregazione del già debole tessuto sociale che con difficoltà tiene in piedi l’economia in Carnia. Ci possono essere dei correttivi da portare avanti immediatamente? Quale l’azione futura del nostri rappresentanti a Roma ed in Regione?

Il problema più importante della montagna è lo spopolamento. E questo avviene per vari motivi: denatalità, fuga verso valle e la pianura, mancanza di investimenti, assenza di un piano a medio-lungo termine di sviluppo soprattutto per le medie e piccole aziende, politiche fiscali e di welfare penalizzanti per chi vive in montagna, depauperamento dei servizi, etc etc. Fra questi, la questione Tribunale è uno dei tanti problemi, come la questione Sanità o la questione Scuola. Nell’immediato il rilancio deve ripartire, perciò, da due punti: da un lato ridare per quanto di competenza alla Regione e ai Comuni maggior poter d’acquisto alle famiglie attraverso iniziative defiscalizzanti e dall’altro promuovere tutte le iniziative possibili (purtroppo esistono i patti di stabilità che hanno vincoli tremendi) a rilanciare la piccola e media impresa, soprattutto di quelle imprese che trattano le materie prime presenti in Carnia, dal turismo alla grande tradizione artigianale del legno e del tessile. E’ un lavoro che avviene innanzitutto attraverso la valorizzazione delle persone  e delle competenze ma che necessita di supporti informatici di primo livello che devono essere accessibili a tutti. I cittadini hanno una grande arma: la matita in cabina elettorale. Tutti noi sappiamo e sapremo chi sono stati e chi vorrà essere nostro rappresentante a Roma o a Trieste. Ad essi  va chiesto innanzitutto di battersi  fino in fondo per il proprio territorio; se non lo fanno li rispediremo a casa. Bisogna che i politici  facciano proprio il concetto anglosassone di “accountability”, cioè del render conto delle proprie azioni.

Si sta chiedendo da tempo al Presidente Tondo di avviare il Piano Energetico Regionale, anche in assenza di indicazioni a livello Nazionale. Ritiene sia importante avvalersi dell’esperienza di quei Paesi che hanno saputo coniugare, attraverso modelli sostenibili di gestione del territorio, la salvaguardia ambientale dello stesso e la produzione di energie pulite rinnovabili?

     La questione energetica è vitale non solo per il FVG ma per tutta la Nazione. Paghiamo scelte poco lungimiranti ed emotive. Bene farebbe  il presidente della Regione ad affrontare, una volta per tutte,  questo problema, nel rispetto di tutti gli attori in gioco: popolazione, ambiente, imprese
      Occorre un patto per lo sviluppo energetico fra tutti questi,  senza ricatti da una parte (minaccia di delocalizzazione) né arroccamenti fine a se stesso dall’altra. 
  La vicenda elettrodotto “ Wurmlach-Somplago” è proprio l’esempio di come non deve essere gestita la questione. Dai Paesi limitrofi si può, anzi si deve trarre ispirazione, modulando quei modelli alla nostra realtà. E’ solamente nel giusto rispetto delle esigenze delle imprese (che danno lavoro) da una parte e della tutela del territorio e della natura dall’altra che può nascere qualcosa di buono per il nostro territorio. Ognuno ci deve mettere del suo, altrimenti il rischio di sfociare nell’avidità da parte degli uni e nella vacua ideologia ambientalista dall’altra è assai elevato e non porta a niente.


      Tolmezzo capoluogo della Carnia e punto di riferimento per tutta la montagna. La sensazione è che si proceda, nei confronti dello sviluppo, per spot, o meglio, per iniziative  non inquadrate in un processo di sviluppo complessivo del tessuto urbano e sociale della Città. Lei come vorrebbe vedere la sua Tolmezzo del 2050?

Vede, l’autocritica maggiore che faccio a questa maggioranza è proprio di andar avanti per provvedimenti che sono frutto di libere ed autoreferenziali iniziative di qualche assessore ma che hanno il respiro corto e che non arriva al domani. Tutte le scelte che andremo a fare dovrebbero invece essere in funzione di ciò che vogliamo che sia Tolmezzo nel futuro. A me piacerebbe consegnare ai nostri figli una città viva, attraente, in cui rischiare iniziative imprenditoriali; una città attenta ai bisogni delle famiglie con le quali iniziare un lavoro  di collaborazione per la crescita culturale ed educativa dei ragazzi che poi diventeranno adulti responsabili. Una città punto di riferimento e contemporaneamente al servizio degli altri comuni della Carnia, con i quali stringere un patto di amicizia e collaborazione senza il quale non vi può essere possibilità di crescita. Sarà un lavoro a lungo termine, senza il quale, tuttavia, perseverando nell’attuale modalità di governo della città, il destino di decadenza è segnato.

In conclusione, la invitiamo a voler esprimere il suo parere in merito alla prossima scadenza elettorale.

Le prossime elezioni politiche si svolgono con una legge elettorale infame, soprattutto per l’impossibilità di noi  cittadini ad esprimere la preferenza che legherebbe responsabilmente l’ “accountability”, cioè l’eletto al territorio. Sono un deluso e disilluso dei partiti politici anche se essi  sono lo strumento che la Costituzione ci offre per governare la Nazione. Dispiace osservare come alcuni temi fondamentali, che vengono persino prima dei pur importantissimi  aspetti  economici,  sono stati esclusi dalla competizione elettorale. E’ per questo che aiuterò Gian Luigi Gigli alla Camera, nonostante tutte le riserve  che ho sull’ Agenda  Monti.
Trovo stucchevole che chi ci ha trascinato in questi anni nella situazione in cui siamo si proponga come colui che ha in mano la ricetta per uscire dalla crisi. Berlusconi è impresentabile e non più credibile, della Lega è meglio che non dica niente, il PD ha una vocazione al suicidio elettorale incredibile ed ha perso la grande occasione di Renzi. Infine di Vendola  ed  Ingroia meglio  che non ne parliamo. Monti è stato forte con i deboli e debole con i forti. Grillo dà voce all’immenso popolo dei delusi  ma senza proposte concrete.
Allora, forse, in questo panorama desolante, credo che laddove sarà possibile si debba votare per la persona più che per il simbolo (ripeto che è per questo che voterò per Gigli), tenendo conto anche di ciò che è stato fatto (poco) o che non è stato fatto (tanto). E magari rischiare con quelle poche forze politiche che stanno parlando in maniera molto concreta, tipo Fare di Oscar Giannino. 
A questo punto mi fermo perché prevedo già la mia epurazione dall’UDC.
Ma l’importante è essere persone libere e forti.






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