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IL POPOLO SI RIPRENDA IL SUO FUTURO

TEMPO D'INCONTRI - TEMPO DI SCELTE

Venerdì politico ed elettorale molto intenso, quello appena trascorso!

A Tolmezzo, nel primo pomeriggio, il Comitato per il Tribunale di Tolmezzo ha organizzato un pubblico dibattito ponendo a tutti i partiti che concorrono in Regione alle prossime elezioni politiche sei domande volte a sondare la loro volontà di impegnarsi, al di là di qualsiasi esito elettorale, affinchè la scelta di soppressione del Tribunale di Tolmezzo venga revocata.

A fronte di una affluenza popolare non esaltante si è visto un impegno estremamente cauto da parte di diversi candidati, quasi si ritenesse praticamente ineluttabile la chiusura. Molto bene il giornalista Brollo che ha condotto con autorevolezza il dibattito riuscendo anche a sollecitare e "punzecchiare" i presenti.

In serata, e praticamente tutti concomitanti, la presentazione dei candidati del P.D.L. all'hotel Carnia, un incontro all'albergo Roma con il candidato U.D.C. on Compagnon e la presentazione, nella sala della Comunità Montana della Carnia, dei candidati di "Scelta Civica con Monti" Gian Luigi Gigli e Cristiana Gallizia.

A questo ultimo incontro Alleanza per Tolmezzo ha voluto portare un suo contributo consegnando ai due candidati quattro forti messaggi sui quali, ci auguriamo, dovrà esser posta estrema attenzione sia da parte del Governo Nazionale che di quello Regionale.

Mauro Biscosi, precisando che  "in questa campagna elettorale l'attenzione, giustamente, è stata catalizzata  dalle problematiche economiche e del lavoro"  ha sottolineato, però, che  "sono state tenute fuori alcune tematiche importanti, anche se apparentemente meno decisive, quali quelle etiche e quelle relative alla tutela della famiglia, quasi  vi fosse una preoccupazione a metterle in campo".

"Da cittadino italiano - ha fatto presente Biscosi - in un momento di difficoltà economica, sono stato, come la maggioranza degli altri italiani, disponibile a fare ulteriori sacrifici per il bene del Paese. Ho trovato, tuttavia, ingiusto - ed è questa la mia personale maggior critica all'operato del Presidente Monti -  che a concorrere a salvare il Paese siano stati chiamati soprattutto, se non solo, le famiglie, mentre si sia  evitato di toccare i poteri economici  forti (banche, assicurazioni, petrolieri, politici, etc). Vale a dire si è stati forti con i deboli e deboli con i forti".


"La grave difficoltà in cui stanno versando ora le famiglie, specie quelle economicamente più svantaggiate e  maggiormente numerose o con anziani e/o disabili a carico - ha continuato Biscosi - fa comprendere che si è arrivati ad un punto di non ritorno e che tirare ancora la corda si rischia il disordine sociale. Le famiglie non ce la fanno più. Fare figli oggi è diventato un lusso che sempre meno famiglie possono permettersi, come pure continuare a rappresentare quel forte ammortizzatore sociale  che ha contribuito in maniera importante a sollevare lo Stato  da notevoli spese di bilancio."

Biscosi ha poi concluso il suo intervento "augurandosi che il prossimo Governo ed il prossimo Parlamento sappiano comprendere ed accogliere le proposte per le politiche economiche famigliari di Scelta Civica, alla stesura delle quali ha contribuito l'amico Gigli".


Furio Ramani ha sottolineato la necessità di vigilare sul territorio per salvaguardarlo dal progressivo depauperamento, messo in atto dalle centrali di potere, di importanti servizi statali che altro non fanno che indebolire ulteriormente il già precario e debole tessuto socio-economico e demografico.



"E' necessario - ha proseguito Ramani - resistere e combattere per il mantenimento di uno standard di vita dignitoso, rendendo tutti consapevoli che i danni causati a monte si riverseranno sicuramente, prima o dopo,  anche a valle".

La Carnia, come qualcuno ha più volte affermato, sembra non essere appetibile in termini di voti e quindi non meritare interventi particolari a salvaguardia del suo "humus". Ma allora, questa gente, su chi può contare? E' forse meglio che anche i pochi giovani che ancora intendono lavorare e fare impresa su queste terre se ne vadano? Si deve forse ritornare ai giorni delle continue emigrazioni? O forse è preferibile trasformare Tolmezzo e la Carnia in territorio di confino per mafiosi e politici corrotti?
Ai  nuovi Governi, Nazionale e Regionale, sarà richiesta una risposta definitiva, anche per poter avviare un processo di riqualificazione che dia speranza per il futuro. Intanto i Carnici pensino molto bene a come utilizzare l'arma del voto.

Il secondo punto affrontato da Ramani analizza velocemente quanto sta accadendo ogni giorno, in queste ore, nel nostro Paese. Malcostume, disoccupazione, produttività ridotta a zero, ridimensionamento del welfare, povertà e decadimento etico e morale stanno facendo scivolare la nostra povera Italia lungo un burrone che appare senza fine.

"Una delle grandi colpe dei politici - ha continuato Ramani - è sempre stata quella di rinunciare a qualsiasi "idea forte" preoccupati solo per la loro poltrona. E quando, umiliati  e sconfitti hanno dovuto lasciare spazio ai "tecnici", chiamati a costruire sulle macerie della loro pavidità una via di fuga che indirizzasse il Paese verso lidi più sicuri, si sono anche permessi di ostacolare, o meglio, impedire le loro decisioni più coraggiose, quelle che avrebbero potuto portare una forte discontinuità nel modo di far politica e gestire la cosa pubblica. E questo senza togliere ad alcune "espressioni tecniche" - vedi Fornero - l'aver agito in maniera poco accorta (esodati) e, comunque, monodirezionale: debole con i forti (caste) e forte con i deboli (pensionati)".

Infine Ramani ha toccato anche l'argomento Banche, verso le quali le decisioni atte a riconsiderare le loro funzioni e compiti sono state molto, troppo, deboli. 

"La quasi totalità degli Istituti Bancari non ha saputo investire bene la montagna di soldi che ha ricevuto in deposito fiduciario dai cittadini italiani, nè l'astronomico guadagno  da questo ricavato nè, tantomeno, quanto piovuto loro addosso dalla B.C.E. ad un tasso d'interesse (1%) che i comuni mortali nemmeno se lo sogna. E così, le Banche non hanno sostenuto le imprese, le famiglie e nemmeno hanno finanziato opere utili e belle. Hanno invece investito, o meglio speculato con i nostri soldi, in "derivati" ad alto rischio, perdendo".

Se guardiamo indietro, nella storia, una volta le Banche salvavano gli Stati anche a costo di fallire, come accadde con la Corona Inglese nel 1345. Oggi succede invece l'esatto contrario.

"E non basta - conclude Ramani - dopo averle salvate nessuno mette nemmeno in discussione gli stipendi ultramilionari, i "bonus"  e le liquidazioni  a sette zeri dei manager responsabili dei fallimenti. Tanto paga sempre "Pantalone". E' necessario che chi guiderà il prossimo Governo del Paese abbia la volontà e le forza (idee e numeri, si è detto) di rendere trasparente e controllata l'azione delle Banche, magari dando il là  ad una Banca Pubblica e comunque distinguendo le funzioni ed i compiti delle Banche commerciali da quelle  d'affari".





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