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APPALTI E NEVE

LA NEVE A TOLMEZZO

RICEVIAMO DA DIVERSO TEMPO SEGNALAZIONI IN MERITO ALLA QUALITA'  DEL SERVIZIO SGOMBERO NEVE EFFETTUATO A TOLMEZZO. 

In un primo momento abbiamo inteso passare oltre a queste sintomi di diffuso malessere palesati sia dai cittadini  che dalle imprese locali, anche se, per alcuni versi, era facilmente riscontrabile la veridicità di quanto veniva affermato. Ma volevamo evitare di essere, come spesso a noi accade,  addittati quali  "elementi sovversivi" all'interno della maggioranza che guida il Comune di Tolmezzo.

Molti hanno anche ravvisato una forte differenza di qualità nel servizio tra chi operava nel centro cittadino rispetto ad altri presenti nelle frazioni e nella zona industriale. A questi abbiamo subito chiarito che gli appaltatori erano diversi ma  che operavano anche diversi padroncini (qualcuno  con mezzi meccanici scadenti e non adeguati) non di grande esperienza per questa tipologia di interventi e,comunque, in regime di subappalt0.

Ma con la nevicata odierna, visto che  non tutto è proceduto come doveva, abbiamo ritenuto necessario approfondire le modalità di un servizio, comunque notevolmente oneroso per le casse del comune, e quindi anche per le tasche nostre, che ci lascia perplessi.

Tutto nasceva diverso tempo fa quando, durante una riunione della maggioranza consigliare, il  Sindaco ed il Vice Sindaco di Tolmezzo si erano molto seccati (eufemismo) perchè qualcuno aveva sollevato delle perplessità in merito alla qualità del servizio di sgombero neve.

A noi oggi, visto che tale qualità è sotto gli occhi di tutti i tolmezzini, preme solamente chiarire se tutti i disposti contrattuali previsti per lo sgombero neve lungo le strade del comune di Tolmezzo (tratte n. 1 e n. 2) sono stati osservati ed hanno ricevuto dai competenti uffici i necessari controlli. E ciò, anche in considerazione del notevole esborso uscito dalle casse comunali.
In particolare vorremmo soffermarci sul concetto di subappalto che, pare, sia stato utilizzato in maniera molto intensa e, si dice in Città, anche spregiudicata, da parte della Ditta aggiudicataria, pur in assenza di precise indicazioni in tal senso all'interno del contratto  ma, anzi, con le precisazioni evidenziate ai punti 6 e 13 dello stesso.

Fatte alcune opportune verifiche e sentito il parere di  esperti in materia di appalti pubblici e stesura di contratti, a noi risulta che, secondo l’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici, il ricorso al subappalto deve avvenire nel rispetto delle condizioni dettate dall’art.118 del Dlgs 163/2006 che impone l’indicazione, da parte del concorrente, “dei lavori o delle parti di opere ovvero dei servizi e delle forniture o parti di servizi e forniture che intende subappaltare all’atto della presentazione dell’offerta”.
Tale adempimento costituisce un presupposto essenziale in vista della successiva autorizzazione al subappalto da parte della stazione appaltante anche se non ai fini della partecipazione alla gara.
 
Da ciò consegue che l’erroneità o la mancanza della dichiarazione non può essere, di per sé, assunta a fondamento di un provvedimento di esclusione, ma rappresenta solo un impedimento per l’aggiudicataria a ricorrere al subappalto, di modo che la stessa dovrà provvedere direttamente all’esecuzione della prestazione, ove in possesso dei requisiti prescritti.
 
In tal senso, dalla lettura del punto 6 del contratto, sembrerebbe che non vi sia stata, in sede di offerta, alcuna manifestazione scritta da parte del concorrente di voler procedere ad una qualche percentuale di affido lavori in subappalto.
Diversamente, la violazione dell’obbligo di indicare in sede di offerta la quota della prestazione che il candidato intende subappaltare potrà costituire causa di esclusione qualora questa sia necessaria per documentare il possesso dei requisiti richiesti ai concorrenti  singoli o riuniti al momento di presentazione dell’offerta, necessari per eseguire in proprio la prestazione.

In ultima analisi, il concorrente ha precisato la percentuale di lavoro che intende affidare in subappalto? E se sì agli atti risulta se ciò è avvenuto effettivamente anche attraverso la deposizione di  tutta la documentazione prevista? Infine, quali controlli hanno assicurato che il costo pagato dal Comune sia congruo e rispondente al lavoro svolto (quantità, qualità e tempo) dalla Ditta aggiudicataria?

Ci auguriamo quindi che la più volte dichiarata trasparenza dei nostri amministratori ci consenta di verificare, alla luce del sole, quanto richiesto e riscontrare così se i nostri soldi sono stati spesi bene.
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LA SPERANZA IN UN SORRISO

 FRANCESCO - VESCOVO DI ROMA

Una forte e viva sensazione ci ha preso subito, è entrata nel profondo del cuore e non ci lascierà più:

è uno di noi, è con noi, non ci abbandonerà mai



Abbiamo chiesto a Mauro Biscosi, Presidente del centro culturale Giovanni Paolo II di Tolmezzo, una riflessione sul nuovo Papa.

La pubblichiamo con piacere, condividendone i contenuti:




Alcuni giorni prima della elezione a Sommo Pontefice del Card. Bergoglio, mi chiesero di partecipare al toto-Papa, quell’inutile sport che coinvolge tanti nel cercare di individuare il nome del futuro Papa. Risposi che la cosa non mi interessava anche perché lo Spirito Santo aveva già più volte dimostrato di avere altri criteri di scelta, innegabilmente più efficaci dei nostri.


Così quando dalla loggia di Santa Pietro il card. Tauran ha annunciato il nome del card. Bergoglio, dopo una prima reazione di stupore e sorpresa, ho sorriso pensando che ancora una volta lo Spirito Santo si è fatto beffa dei vari vaticanisti o presunti tali.


Ammetto di non conoscere bene il card. Bergoglio, per cui ciò che dirò si basa su quanto in questi giorni ha detto nei momenti ufficiali in cui da Papa Francesco si è presentato al mondo intero, e su quanto è stato ripreso dei suoi interventi in passato.

Devo dire che, se il buon giorno si vede dal mattino, sarà un pontificato luminosissimo nella scia di quello dei suoi predecessori da Giovanni Paolo I a Benedetto XVI passando per il Beato Giovanni Paolo II.


"Se non confessiamo Gesù Cristo, diventeremo una Ong assistenziale ma non la Chiesa, sposa del Signore". Papa Francesco, nella sua prima omelia da Sommo Pontefice, ha chiarito subito che la vera riforma nella Chiesa è la fede, e la testimonianza della fede. 
E in questo si è messo nel solco magisteriale già tracciato da tutti i papi precedenti (specie da Benedetto XVI che aveva indetto l’anno della fede): non dimentichiamo che il ministero petrino istituito da Gesu’ e’ sacro perchè ha il potere ed il compito di confermare nella fede i fratelli, indipendentemente dalla santità personale del singolo papa.
Ciò non toglie che anche papa Bergoglio darà una sua impronta particolare a questo cammino, ma allo stesso tempo è chiaro che condivide con chi l’ha preceduto il giudizio più profondo sulla realtà attuale.
E’ giusto metterlo in evidenza perché in queste poche ore dalla sua elezione c’è stato un diluvio di commenti e analisi da parte soprattutto dei soliti noti, che hanno tentato di arruolare Jorge Mario Bergoglio nel partito del progressismo estremo, alimentando l’attesa di riforme radicali soprattutto nel campo della morale (per alcuni sembra proprio che questa sia l’unica preoccupazione). 
In realtà è bene chiarire che il curriculum di papa Bergoglio al proposito parla ben chiaro: non solo ferma opposizione a qualsiasi riconoscimento delle coppie gay ma Bergoglio – da arcivescovo di Buenos Aires e primate della Chiesa argentina - si è anche distinto per le sue nette prese di posizione contro l’aborto e l’eutanasia. 

Così come, più volte, ha anche negato la possibilità di mettere in discussione il celibato dei preti (con buona pace di tanti preti di frontiera).

Insomma, chi identifica la riforma della Chiesa con queste false aperture alla modernità – che peraltro hanno già costituito una disgrazia per le altre denominazioni cristiane – sarà ben presto disilluso.

La riforma che intende papa Francesco è ben più ardua, è la strada della Croce, è la conversione: e qui non servono sterili rivendicazioni di presunti diritti, ma il riconoscersi anzitutto bisognosi di essere salvati. Infatti nell’omelia e nell’Angelus di domenica ha ricordato che se tanti sono disperati, il problema non sta nella misericordia di Dio, che il Signore offre oggi come ieri e come sempre.  

«Il problema è che noi ci stanchiamo, noi non vogliamo, ci stanchiamo di chiedere perdono. Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono». 
Si tratta dunque di non stancarsi di tornare al Signore e chiedere perdono, invocando «la Madonna, che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo». «Non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono».



Mauro Biscosi


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La Rete salverà Grillo dall'effetto Palazzo?


BERSANI  RINGRAZIA  E FA  IL  PIENO

PER I GRILLINI IN SENATO: 

CONFLITTO DI COSCIENZA O RISPETTO DELLE REGOLE


 Pietro Grasso, ex Procuratore Nazionale Antimafia, con 137 voti contro i 117 dell'altro candidato e Presidente uscente di Palazzo Madama, Renato Schifani, ha vinto il ballottaggio ed è diventato il nuovo Presidente del Senato della Repubblica.

Grasso ha preso 14 voti in più rispetto quelli della sua coalizione. Voti, con molta probabilità, arrivatigli dal M5S, i cui giovani rappresentanti hanno imparato subito e, pare, anche bene il mestiere del "franco tiratore", tanto da far scattare la furente reazione del Beppe nazionale difronte alla cosidetta "libertà di voto" concessa dal Capogruppo 5S al Senato  Crimi.

Si è aperta così una prima crepa nel blocco dei 5S, tanto che per il prossimo futuro si potrebbero anche delineare scenari fino a qualche ora fa impronosticabili.

Che poi il Crimi, sulla rete, cerchi di rettificare il tiro paragonando Bersani a Berlusconi (ha le presidenze di entrambe le camere) o affermando  che molti dei suoi non se la sono sentita di vedere rieletta al Senato un persona come Schifani è uno stereotipo che non funziona. Forse era meglio parlare di urgenze e di interessi Nazionali. 

D'altra parte anche il PDL non ha compreso la necessità di proporre, in questo momento, figure nuove e di alto profilo, in grado di condizionare l'attenzione politica dei nuovi parlamentari e senatori. C'e la necessità assoluta, all'interno dell'area di Centro-Destra, di fare pulizia (si è fatto molto poco ed anche quel poco male) e di ritornare al Territorio per recuperare individualità e professionalità sane e trasparenti e che rispecchino il sentire vero della nostra gente. 

Ma su questo argomento apriremo,  tra poco, un intenso dibattito ed un forte confronto  su tutti quelli aspetti sociali, economici e politici che attualmente travagliano la nostra Regione ed i nostri Comuni. E ciò anche e soprattutto in riferimento ai programmi ed agli uomini che le diverse forze politiche presenteranno al vaglio degli elettori nelle imminente consultazione elettorale.

Comunque, per il MoVimento5S si è già arrivati ad un punto di necessaria chiarezza: o si dimettono i senatori 5S che hanno votato Grasso, contravvenendo agli impegni assunti, o si dimette, come aveva promesso, Grillo. 

Certo che l'esperienza romana sta già facendo le sue prime vittime. Attenzione baby! Parole ed azioni spesso hanno percorsi diversi, specialmente nelle aule parlamentari che non sono come le piazze. E la grande madre Roma, la lupa che allatta benevolmente tutti i suoi figli, e lì che ti attende per accarezzarti, blandirti e divorarti lentamente ma inesorabilmente.

Vedremo di che pasta saranno fatti questi giovani, se saranno "tigri dai denti di carta" o sapranno resistere e combattere i subdoli ed accattivanti poteri del Palazzo con la forza ed il coraggio dei liberi e forti.











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UN SALUTO E QUATTRO RIFLESSIONI



  • Laura Boldrini, ex portavoce ONU per i rifugiati e parlamentare SEL, è stata eletta oggi Presidente della Camera dei Deputati. Applausi anche da parte del MoVimento5S e di parte del PDL. Su 630 deputati 618 sono stati i votanti. Il Centro Sinistra aveva a disposizione 354 seggi ma la Boldrini ha ricevuto 327 voti.
  •  Gli appetiti del prof. Monti non finiscono mai. Con il tentativo di farsi patrocinare dal Presidente  Napolitano per la poltrona di  Presidente del Senato della Repubblica ha solamente  rimediato una ulteriore brutta figura che rischierà di portarlo poco lontano anche nel prossimo futuro. Noi comunque avevamo già espresso molti dubbi sia sul suo modo di operare che sulla sua capacità di dare risposte ai veri problemi del Paese (vedi i quesiti posti con il nostro articolo "Monti: un'agenda da riempire").
 
  • Ancora il Monti Pensiero:  "per 30 anni abbiamo vissuto a credito, ora la festa è finita. Se vogliamo permetterci assistenza sanitaria gratuita, istruzione pubblica, robusta previdenza sociale dobbiamo pagarcela. E non si badi alle grida di chi fa il pifferaio magico e nega questa semplice verità." Ecco il Monti che non ci piace, ecco il Monti a cui noi però diciamo, come Orazio, che basta perchè "c'è una misura in tutte le cose". Infatti, considerati da un lato i livelli complessivi di tasse ed imposte che paghiamo allo Stato e, dall'altro la qualità scarsa e comunque costosa dei servizi offerti, abbiamo ben poco in cui credere e sperare.



  • Ci auguriamo che con l'avvento dei giovani grillini e la piccola "rottamazione" avviata, cambi anche la qualità dialettica che il politico utilizza pubblicamente per far valere le sue ragioni, preferendo quasi sempre lo stridore dei denti alla riflessione silenziosa. Da questo tipo di comportamento si genera anche l'incapacità di ascoltare, o meglio, il sostanziale disinteresse per le opinioni altrui. E ciò avviene a tutti i livelli ed anche nella nostra ridente Tolmezzo. Per questo, secondo una riprovevole ma diffusa convinzione, si tende a manifestare anche qui con le parole: numero, rapidità d'uscita e volume. Così la verbosità, da molti servitori del potere, viene scambiata per disinvoltura, la logorrea per socialità. Domina, anche nei piccoli teatrini politici, il modello televisivo: tutti parlano, nessuno ascolta, le idee si sovrappongono, le conversazioni si accavallano. Perfino il silenzio è scomparso: ormai è attesa di prendere la parola. Ed è così, in un contesto di questo tipo, che la voce della gente non viene quasi mai ascoltata e nè tanto meno i politici cercano di capire prima di essere capiti. Sembra quasi che ignorino, o fingano di ascoltare, o colgano solo quelle parti della conversazione che sono di loro interesse.
  • Fuori tutti coloro che hanno o hanno avuto anche un ben che minimo problema con la giustizia. Abbiamo bisogno di aria nuova, fresca, non inquinata da faccendieri della cosa pubblica. Abbiamo bisogno di trasparenza, di collegialità, di specchiate virtù morali. In una società sana, un cattivo comportamento provoca una sensazione di malessere. Per questi virtuosi del crimine, per non sentirsi cattivi, è sufficiente bazzicare altri cattivi. Tutti colpevoli, nessun colpevole. Ed abituarsi ai cattivi comportamenti è semplice: basta circondarsi di complici adulatori. A pagamento, s'intende. Ecco perchè noi pretendiamo che anche la vita privata di un leader sia trasparente: perchè dobbiamo valutarne la coerenza, l'affidabilità, l'onestà. Abbiamo già detto che nel giudizio su noi stessi non c'è giudice più clemente di noi. Ma dal leader pretendiamo che non invochi attenuanti, che non accampi scuse e giustificazioni, che non cerchi facili scorciatoie per sfuggire alle sue responsabilità. Pretendiamo un agire adeguato e consono al ruolo istituzionale che ricopre nell'interesse del cittadino e del Paese.











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ARRENDETEVI AL POPOLO ITALIANO

GRILLO -UNA TEMPESTA ANNUNCIATA

L'onda nuova è arrivata

E' tempo anche per noi di parlare di Grillo ed i suoi "grillini".

Stanno per arrivare, anzi, sono già arrivati ed occupano una lunga fila di banchi sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica. Sono giovani, molti giovanissimi, tante donne. Hanno tutti un aria di pulito e guardano con occhi meravigliati riti formali (anche se spesso istituzionali) che sono ormai scontati e superati dai tempi. Leggi nei loro occhi rispetto per quello che rappresentano ma anche insofferenza per tempistiche e burocrazie che rallenatano i lavori parlamentari allontanando sempre più i poteri dalle reali problematiche del Paese.

Ora sono arrivati anche nel nostro Friuli Venezia Giulia ed hanno tutta l'intenzione di fermarsi per lungo tempo, magari guardando il mare da qualche splendido palazzo di Piazza Unità d'Italia.


Il notevole risultato conseguito alla recente tornata elettorale non li accontenta. Ora vogliono anche il presidio diretto del Territorio e, la nostra Regione, è la prima opportunità che si presenta. Sarà una dura battaglia ma loro sono sicuri che la grande voglia di cambiamento della gente li premierà.

Prima di addentrarci nell'aspetto locale del fenomeno Grillo, vediamo di considerare quale percorso egli abbia affrontato e quali colpe siano addebitabili alla vecchia politica che non ha inteso comprendere il malessere del popolo italiano e non è mai riuscita ad ammettere, nemmeno in parte, le sue colpe.


"Sono un anarchico insurrezionalista". Così si definisce il Beppe nazionale fin dalle sue prime apparizioni politiche. Ma tutto inizia 27 anni fa quando, vi ricordate, racconta in RAI la barzelletta di Martelli che riferisce a Craxi  della sua visita in Cina: "ma, se in Cina sono tutti socialisti, a chi rubano?" Fine della sua presenza alla televisione di Stato ma inizio di una "escalation" che lo porterà a costruire e guidare  nel 2013 il primo partito in Italia.

Ma torniamo un po' indietro negli anni. All'inizio si innamora delle nanoparticelle, si scaglia contro gli inceneritori, invoca il passaggio immediato e totale alle energie rinnovabili. Si schiera contro l'invio di soldati in Iraq, attacca il Governatore di Bankitalia Fazio, è contro la TAV. Sono sotto suo tiro bancarottieri, le compagnie telefoniche e le case farmaceutiche. E' il difensore dei fregati. 

Nel 2005 fonda il suo blog e dichiara: "sul web sta nascendo una nuova democrazia che i vecchi politici non riescono nemmeno a capire. Questi comatosi che si aggirano promettendo questo e quello vanno licenziati tutti". Non sono in molti a prenderlo sul serio.

Tappa importante del suo percorso l'anno 2007. Al "Vaffanculo Day" annuncia tre proposte di legge di iniziativa popolare. La prima in cui si afferma che nessun condannato può candidarsi, la seconda che prevede per ogni parlamentare il massimo di 10 anni di servizio politico e la terza in cui dice basta con le liste dei nominati. Non sono certamente proposte eversive nè tanto meno provocatorie, ma cadono tutte nel vuoto con l'unico grande risultato di rafforzare il suo personaggio ed i suoi sostenitori.

E si arriva al 4 ottobre del 2009: al Teatro Smeraldo di Milano va in scena, per la prima volta, il Movimento 5 Stelle. Il grande intuito di Grillo ha trovato la giusta sponda e la necessaria rappresentazione mediatica; egli comprende benissimo che dire le cose da bar è un'attivita estremamente redditizia. Niente di meglio per gli Italiani che aspettano sempre il Capo Popolo di turno.

Ed ecco che il tutto viene trasformato in risultati elettorali. Prima Parma, poi la Sicilia, adesso l'Italia. L'onda è arrivata e chi non l'aveva capito lo capisce adesso molto bene e sulla propria pelle. Lui proclama: "L'onestà  ora andrà di moda. Li abbiamo messi con le spalle al muro e non potranno fare i loro abituali  "inciucci". Li abbiamo stanati".

Ma ora cosa succederà? Il Nobel Dario Fo, grande amico del Grilllo, si augura la costruzione di un Governo con il PD e dichiara: "Il Movimento 5 Stelle è il primo Partito. Conterà in Parlamento e potrà fare leggi che cambieranno l'Italia e che nemmeno il PD ha avuto il coraggio di fare quando era al governo". Ma di quale PD si parla, visto che Bersani non è riuscito a sfondare nemmeno dopo tutti gli scandali che hanno travolto Berlusconi. I suoi elettori non lo hanno premiato perchè hanno capito che non ha avuto il coraggio di fare le riforme che doveva assolutamente fare.
Rimane dunque solo la coscienza politica dei giovani grillini; essi possono garantire una vera rivoluzione se sapranno trasformare l'urlo in proposta politica. Solo così potranno trasformare l'Italia in una Nazione Civile.

Ma ormai corrono tempi difficili. Quello a cui stiamo assistendo in queste ore (elezione dei Presidenti delle due Camere) non depone sicuramente a favore della coalizione di sinistra che continua a non comprendere la necessità di dover cambiare politica e non strategia.

Se Bersani ritiene di voler governare con Grillo allora decida, voti il suo candidato e la faccia finita.

Ma purtroppo Bersani non riesce a comprendere e trascina la sinistra in una selva oscura, senza bussola, e senza riuscire a trovare la via d'uscita. In queste condizioni non riuscirà mai a vincere la sfida nè con Grillo nè con Berlusconi. PS. Rimandiamo al nostro precedente articolo "La galassia Bersani" del 21 gennaio 2013.

Non basta dunque capacità tattica, è necessario possedere una forte idea strategica per la società italiana che, al momento, non risulta essere in possesso dei quadri dirigenti del PD, vista la forte deideologizzazione attuata e portata avanti da Berlusconi, che li ha progressivamente travolti. 

Una sinistra che ancora oggi non riesce nemmeno a prendere in considerazione la necessità di ritrovare una propria anima, cioè di definire i propri valori fondamentali e di cercare un idea per il futuro, ha portato lo scontro politico dalla contrapposizione delle idee alla sola competizione per il potere.

E di questo Grillo, e non solo lui, può  trarne esclusivamente vantaggio.

Dunque la rivoluzione messa in atto da Grillo, partita a suo tempo dal basso, in sordina, sta scardinando certe condizioni che sembravano talmente radicate da essere date quasi per scontate, incontrovertibili. 

Una rivoluzione che è anche la storia di un gruppo, sempre più numeroso con il passare del tempo, di ragazzi e ragazze, donne e uomini che hanno dato vita ad un movimento politico senza precedenti, capace di vincere solo per mezzo della rete, del passaparola e delle piazze, cioè evitando i mass media (vedi il nostro articolo "Media e Politici" del 7 gennaio 2013), i giornali, le televisioni e tutti quei mezzi che hanno caratterizzato questa campagna elettorale quantomai anomala sotto questo aspetto.

Chi non ha avuto paura di "mettere la faccia" e di confrontarsi con la cittadinanza inbufalita, chi è riuscito a relegare i soliti volti noti nei programmi di approfondimento politico, dove di politico e di problemi della gente non si discute nè si approfondisce niente ma  dove invece ci si urla solamente  addosso con totale fastidio per l'ascoltatore che, generalmente, o cambia canale o trae spunto per un comportamento esattamente opposto al personaggio in mostra , chi è riuscito  a tenere questi "morti che camminano" lontano dalle strade e dalle piazze, che probabilmente per loro sarebbero state completamente vuote o ricche di insulti, ha vinto e vinto alla grande. Ed ora i conti vanno fatti.












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GIOVANI, PULIZIA, TRASPARENZA - UNICA SALVEZZA PER L'ITALIA


I GIOVANI SONO L'UNICO FUTURO PER UNA POLITICA GIUNTA ORMAI AL TRACOLLO

"Never  complain, never explain"
Mai lamentarsi, mai dare spiegazioni.

Giovani, attivate la forza dirompente delle idee, che nelle università trovano l'incubatore ideale. Non accanpate scuse e rifuggite dall'atteggiamento perdente di "Always complain, always explain" - "Sempre lamentarsi e offrire continue spiegazioni, specie quando non richieste". Si può diventare felici, riccchi e famosi con una idea, non con il gioco dei pacchi  o mostrando tatuaggi e mutandine in televisione. Convincetevi di questo giovani e, se incontrate difficoltà per trovare un lavoro,  inventatevene magari uno.

                                   Rottamare tutti e tutto?

Forse si     , forse no, non sempre è del tutto necessario. Ma voi siete giovani e non dovete aver paura del nuovo. Tenete ciò che è da tenere e buttate ciò che si deve buttare. Datevi un obiettivo ed  inseguitelo con tenacia e tanta pazienza, abituandovi anche alla fatica (oggi poco in uso tra le giovani generazioni). Solo la costanza dei comportamenti produce risultati e perciò siate capaci di tener duro fino al loro conseguimento.

"Don't Stop" 
 Fleetwood Mac -1977

Giovani, non smettete di pensare al domani. Guardate avanti e impegnatevi a cambiare la  Vostra Italia, la Vostra Regione, il Vostro Comune non con le belle parole ma con i buoni comportamenti. Pensate in grande ma cominciate a lavorare ed a misurarvi  nelle piccole realtà, a cominciare dalla Vostra Città.  Non fate i moralisti ma abbiate senso morale e buon senso. Solo così la trasformazione del Paese è possibile ed è possibile un'Italia nuova. Solo così la vostra speranza può diventare la vostra speranza di vittoria.

"Think outside the box" - Per rifare l'Italia si deve rifare la Politica

Giovani, siate originali, pensate fuori dagli schemi, anche perchè nella scatola c'è molta concorrenza e poca fantasia. Giovani, siate ironici, non sarcastici. Rifiutate il cinismo. In politica essere cinici porta quasi sempre alla disonestà, nel mondo delle Imprese alla rinuncia a progettare, nei media è ormai diventato una smorfia professionale. Siate disponibili ad ascoltare gli altri perchè l'opinione altrui è un elemento importante anche se, certo, non l'unico. Non buttate l'esperienza delle generazioni più mature se è espressione di integrità morale,  onestà culturale e politica e non di "inciuccio". La maturità spesso insegna ad affrancarsi dal giudizio esterno, che è spesso interessato, ed a rendere liberi gli animi.

 Cari giovani,
le scadenze elettorali per il rinnovo dei Consigli Regionale e Provinciale sono ormai alle porte. Dalle Vostre decisioni, dalle Vostre scelte e dal Vostro impegno dipenderà anche l'esito della consultazione e la consacrazione di chi avrà vinto e l'emarginazione dalla gestione degli sconfitti. Premiate con il vostro voto chi ha fatto,  non chi ha solo promesso!


E non ascoltate chi afferma che il voto in Alto Friuli, a Tolmezzo ed in Carnia conta poco o niente visto l'esiguo numero di abitanti ed elettori: i segnali sono sempre significativi e, generalmente, propedeutici al risultato complessivo. Dovete giocare la vostra carta ed impegnarvi perchè essa sia vincente.

Noi di Alleanza per Tolmezzo siamo pronti a raccogliere la sfida e vorremmo che, già a partire da queste scadenze importanti e decisive per le sorti del Nostro Territorio, si riuscisse a creare, assieme,  un autorevole ed intellettualmente capace Raggruppamento Civico Autonomo, in grado di esprimere una serie di importanti punti programmatici da confrontare con i candidati a Governatore e quelli a Consigliere nel nostro collegio elettorale, un forte Movimento ricco di idee e numeri.

Pensiamo, prima di tutto,  alla necessità assoluta di una ripresa economica in montagna attraverso il rilancio della Piccola e Media Impresa, convenzionando garanzie Regionali alle Banche, affinchè si ritorni a dar fiducia a chi lavora e non a chi specula.  Consideriamo inoltre anche la possibilità e convenienza di utilizzare strumenti innovativi ed alternativi per sbloccare, da subito, le somme ferme presso gli Enti Locali, onde investire in opere importanti per la municipalità  e ridare fiato anche agli studi professionali, anch'essi ormai in grandissima difficoltà,  superando la stupidità di un "patto di stabilità" così concepito ed imposto.
Va avviato immediatamente un programma di contenimento dello stilicidio dei posti di lavoro attivando un piano di agevolazioni per chi assume giovani e donne,  e rilanciando una ripresa del consumo interno anche attraverso una forte defiscalizzazione degli oneri sociali sia per chi prende nuovi dipendenti a tempo indeterminato sia per sostenere i redditi più bassi dei lavoratori.
Da tempo si attende  un Piano Energetico Regionale che consentirebbe un forte abbattimento dei costi sia per le imprese che per le famiglie. E' ora di partire anche su questo fronte.
C'è anche la necessità  di operare per la  salvaguardia del Territorio: ciò potrebbe esser fatto anche  attraverso un nuovo, dinamico e responsabile miglior utilizzo dei cassaintegrati, in modo da non incidere in maniera così onerosa sulle tasche dei cittadini.
Infine continuare ed accentuare la riduzione dei costi della politica. Come Regione autonoma ne abbiamo la possibilità e non dobbiamo soggiacere alle pressioni delle caste. Tetto massimo anche per i grandi burocrati e dirigenti pubblici, eliminazione delle Provincie, alienazione totale delle auto blu, eleborazione di una pianta organica che punti tutto sull'efficienza dei servizi e l'efficacia dei controlli con il massimo contenimento dei costi, accentramento della spesa pubblica e definizione di un "preziario" generale per gli acquisti di materiali e servizi.

Cari Giovani, viaggiate leggeri.

Molti di noi, arrivati ad una certa età e ad un certo punto della carriera, si trascinano un carico impegnativo e non vogliono lasciare nulla. Ma la vita non consente un eccesso di bagaglio. Voi, invece, dovete saper interpretare la situazione politica attuale e leggere le poche occasioni che si presenteranno con aspetti di novità ed in grado di offrire un prodotto elettorale all'altezza delle nuove aspirazioni. 

Ecco perchè dovete saper scegliere, anche a livello della nostra Regione, un leader capace ed in grado di condurre senza farsi prendere dalla tentazione di ricorrere a facili illusioni populiste, foriere poi di amare sorprese. Un vero leader ha il dovere di condurre concretamente affrontando i reali problemi: difendere l'indifendibile è una tattica non degna di rappresentanti di un grande popolo comeil nostro.
 









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