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UNIONE EUROPEA - Comunità di uguali?


La Disuguaglianza delle Nazioni

Da  JFK a Frau Merkel


Ich bin ein Berliner!.............

Den eimai Ellenas!





26 giugno 1963
Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino. L’ispirato discorso del Presidente Kennedy, che meno di cinque mesi dopo sarebbe stato assassinato a Dallas, era destinato ai tedeschi ma anche a tutti gli altri popoli della Comunità Atlantica. Siamo una sola comunità disposta a battersi per la salvaguardia di ogni suo membro, a partire da quelli più esposti e più in difficoltà. Nessuno abbandona l’amico anzi, semmai, questo rafforza in noi la determinazione a difenderlo. E, in questo senso, “nessuno vale meno di nessun altro”.


18 ottobre 2010
A  Deauville, in occasione del Vertice del G8,  tutto il Mondo, l’Occidente, l’Europa stanno attendendo il comunicato stampa, che fa seguito all’incontro dell’asse franco-tedesco, per capire che cosa succederà della Grecia e del suo debito sovrano. Le parole sono pietre lasciate cadere sulla Comunità: “anche i privati pagheranno il conto del fallimento della Grecia”. La gravità di questa affermazione sta nell’accettazione implicita del fatto che uno Stato membro dell’Eurozona può tranquillamente essere lasciato fallire. Il comunicato è formalmente franco-tedesco ma, in realtà, è la mera registrazione della volontà della Cancelliera  Angela Merkel che scandisce le parole:  Io non sono greca!.....


Oggi stiamo arrivando al dunque!

Da qui il contagio greco si espande anche ad altri Paesi ed alimenta il fertile terreno della speculazione. Ora è tutto evidente, si scommette sul fallimento non tanto di questo o quel singolo Paese, ma su quello dell’euro nel suo complesso. L’Europa dell’euro, dopo aver contribuito a pagare, anche se indirettamente con tassi schizzati in alto e che hanno portato in recessione molte economie, il prezzo dell’unificazione tedesca rischia oggi la catastrofe economica e la sopravvivenza o la morte dell’euro.
Il solo modo per evitare questo scenario da incubo è restaurare ed incrementare la condivisione di un destino comune ai popoli d’Europa che deve avere alla sua radice il principio di uguaglianza. Così solamente si renderà possibile la redistribuzione del fardello del costo di un bene prezioso, come la moneta unica, dal settore pubblico a quello privato, dai Paesi in deficit a quelli in surplus. L’Italia, per contribuire a questo processo d’integrazione,  non deve omettere di riconoscere quanto viziata sia la sua situazione di partenza e, attraverso politiche virtuose, intervenire con forza e decisione su quello che tutti conoscono e nessuno sembra in grado di affrontare: carico fiscale elevato, malburocrazia, corruzione, sperperi e privilegi,  evasione fiscale alle stelle.













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