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UN SALUTO E QUATTRO RIFLESSIONI



  • Laura Boldrini, ex portavoce ONU per i rifugiati e parlamentare SEL, è stata eletta oggi Presidente della Camera dei Deputati. Applausi anche da parte del MoVimento5S e di parte del PDL. Su 630 deputati 618 sono stati i votanti. Il Centro Sinistra aveva a disposizione 354 seggi ma la Boldrini ha ricevuto 327 voti.
  •  Gli appetiti del prof. Monti non finiscono mai. Con il tentativo di farsi patrocinare dal Presidente  Napolitano per la poltrona di  Presidente del Senato della Repubblica ha solamente  rimediato una ulteriore brutta figura che rischierà di portarlo poco lontano anche nel prossimo futuro. Noi comunque avevamo già espresso molti dubbi sia sul suo modo di operare che sulla sua capacità di dare risposte ai veri problemi del Paese (vedi i quesiti posti con il nostro articolo "Monti: un'agenda da riempire").
 
  • Ancora il Monti Pensiero:  "per 30 anni abbiamo vissuto a credito, ora la festa è finita. Se vogliamo permetterci assistenza sanitaria gratuita, istruzione pubblica, robusta previdenza sociale dobbiamo pagarcela. E non si badi alle grida di chi fa il pifferaio magico e nega questa semplice verità." Ecco il Monti che non ci piace, ecco il Monti a cui noi però diciamo, come Orazio, che basta perchè "c'è una misura in tutte le cose". Infatti, considerati da un lato i livelli complessivi di tasse ed imposte che paghiamo allo Stato e, dall'altro la qualità scarsa e comunque costosa dei servizi offerti, abbiamo ben poco in cui credere e sperare.



  • Ci auguriamo che con l'avvento dei giovani grillini e la piccola "rottamazione" avviata, cambi anche la qualità dialettica che il politico utilizza pubblicamente per far valere le sue ragioni, preferendo quasi sempre lo stridore dei denti alla riflessione silenziosa. Da questo tipo di comportamento si genera anche l'incapacità di ascoltare, o meglio, il sostanziale disinteresse per le opinioni altrui. E ciò avviene a tutti i livelli ed anche nella nostra ridente Tolmezzo. Per questo, secondo una riprovevole ma diffusa convinzione, si tende a manifestare anche qui con le parole: numero, rapidità d'uscita e volume. Così la verbosità, da molti servitori del potere, viene scambiata per disinvoltura, la logorrea per socialità. Domina, anche nei piccoli teatrini politici, il modello televisivo: tutti parlano, nessuno ascolta, le idee si sovrappongono, le conversazioni si accavallano. Perfino il silenzio è scomparso: ormai è attesa di prendere la parola. Ed è così, in un contesto di questo tipo, che la voce della gente non viene quasi mai ascoltata e nè tanto meno i politici cercano di capire prima di essere capiti. Sembra quasi che ignorino, o fingano di ascoltare, o colgano solo quelle parti della conversazione che sono di loro interesse.
  • Fuori tutti coloro che hanno o hanno avuto anche un ben che minimo problema con la giustizia. Abbiamo bisogno di aria nuova, fresca, non inquinata da faccendieri della cosa pubblica. Abbiamo bisogno di trasparenza, di collegialità, di specchiate virtù morali. In una società sana, un cattivo comportamento provoca una sensazione di malessere. Per questi virtuosi del crimine, per non sentirsi cattivi, è sufficiente bazzicare altri cattivi. Tutti colpevoli, nessun colpevole. Ed abituarsi ai cattivi comportamenti è semplice: basta circondarsi di complici adulatori. A pagamento, s'intende. Ecco perchè noi pretendiamo che anche la vita privata di un leader sia trasparente: perchè dobbiamo valutarne la coerenza, l'affidabilità, l'onestà. Abbiamo già detto che nel giudizio su noi stessi non c'è giudice più clemente di noi. Ma dal leader pretendiamo che non invochi attenuanti, che non accampi scuse e giustificazioni, che non cerchi facili scorciatoie per sfuggire alle sue responsabilità. Pretendiamo un agire adeguato e consono al ruolo istituzionale che ricopre nell'interesse del cittadino e del Paese.











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