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Lavorare per sentirsi al centro di una storia che va avanti!

Tutto tranquillo in casa Friuli-Venezia Giulia?

Riprendiamo la nostra veloce chiacchierata guardando a cosa è successo in casa dell’UDC. Il segretario regionale  Zappalà, fatto fuori il suo vice Anzolini lancia, anche in regione, una veloce corsa alla distruzione completa del partito di Casini, presto imitato dallo stesso leader nazionale. Da quell’agosto inizia così  la lenta agonia e fine del progetto dell'auspicato e sollecitato "grande centro", anche se molti ancora ne sono attori inconsapevoli.

Sono trascorsi ormai cento giorni di vita della Giunta Serracchiani e qualche somma e sottrazione bisogna pur farla. Specie sulla politica adottata in materia di attività produttive, partendo dalla considerazione che si tratta di uno dei settori più delicati per il FVG in questa congiuntura di lunga e pesante crisi economica. Il nostro sistema produttivo presenta un ulteriore aggravamento delle difficoltà, in particolare per quanto concerne la quasi impossibilità di trovare lavoro per imprese strette da una stagnazione dei mercati interni e dalla difficoltà di operare nei mercati esteri, alcuni dei quali in forte espansione. La nostra è una realtà fatta da una miriade di piccolissime imprese, che hanno dato e danno lavoro a tantissime persone, ma che sono sottodimensionate per affrontare i nuovi mercati. La risposta potrebbe essere quella della creazione di “reti d’imprese”, che potrebbe favorire la competitività, la capacità di far sistema, di ottenere economie di scala, di raggiungere risultati che in solitudine non si possono raggiungere. Ma l’assessore alle attività produttive dedica il suo tempo ad incontri per spiegare a tutti la sua visione del mondo, ma non spende una parola concreta sulla legge approvata a suo tempo dall’ex Tondo e da tanti ritenuta estremamente valida.

Con il “Decreto del Fare”, intanto, la Regione porta a casa 45 milioni utili per le infrastrutture regionali. Con questi soldi si potrà pensare a velocizzare la tratta Venezia - Trieste, al recupero strutturale della grande viabilità triestina, al superamento del collo di bottiglia ed al raddoppio della linea di circonvallazione del nodo ferro viario di Udine. Poi si ragionerà per trovare altri 100 milioni per l’ampliamento dell’A4. Un bel lavoro in prospettiva, se la burocrazia lo permetterà

Nel mentre si sprecano gli attacchi al “senatore invisibile” (il pidiellino Bocca, sparito letteralmente dalla regione che gli ha garantito il seggio blindato ed alla quale ha fatto solamente promesse sempre disattese), l’economia regionale vive l’incubo dei “capannoni vuoti” e non riesce a produrre alcun progetto industriale, mentre si continua a delocalizzare, che prefiguri un modello economico nuovo che non  guardi a brevi periodi e sappia risolvere i veri problemi strutturali che stanno decimando la capacità economica del Paese.

Intanto continua il valzer delle poltrone  nelle società partecipate con, in aggiunta ai soliti.......... nomi, anche quelli dei direttori che saranno protagonisti della sceneggiata che la politica sia appresta a mandare in onda per occupare le poltrone più alte nella piramide amministrativa del FVG, compresa quella, più alta di tutte,  del Direttore Generale. Tra aspirazioni personali, desiderio di potere e voglia di denaro (anche se un qualche piccolo taglio agli stipendi viene fatto) anche la nostra Regione cerca di non farsi mancare niente.

Negli ospedali burocrazia, pagelle ed incentivi la fanno da padrona in questa calda estate di agosto. Nomine e riforme, invece, il programma previsto per l’autunno, assieme al futuro delle province che la Presidente intende chiudere, come i tanti altri enti intermedi, da lei spesso dichiarati inutili e "clientelari". Ma serve mettere  i commissari…..a vita se poi non si procede a livello nazionale con le riforme?

Nel frattempo la Savino disconosce la grave situazione in cui versano gli immigrati del Cie di Gradisca e respinge fermamente la richiesta della Serracchiani di abolire il reato di immigrazione clandestina. Tutto ciò  mentre il consigliere regionale del PDL, Novelli, scrive alla Kyenge che, come ministro, “non lo rappresenta”.

La Presidente invece cerca un dialogo con Roma e in molti le attribuiscono il grande merito di aver fatto capire al Governo Nazionale che fare i nostri interessi (purtroppo solo nel campo delle infrastrutture)  significa anche fare gli interessi della Nazione.

Intanto la consigliera leghista Piccin finisce sotto la lente d’ingrandimento del p.m. Frezza per aver dato consulenze “bizzarre” al suo fidanzato e tale situazione provoca una profonda spaccatura all’interno del suo Partito regionale.

Ma, alla fine, tutto viene risucchiato dal fatto che il potenziale dei redditi percepiti è tale che finisce per unire i furbi ai corrotti ed i disonesti agli onesti. Il clan non si suicida al suo interno.
Continua il tiramolla su Pramollo, convinti che tale possibilità possa dare rilancio a tutto il turismo regionale, mentre per lo Zoncolan ogni cosa rimane ferma. L’unico polo turistico veramente produttivo si vede ancora al palo e non trova premiata la sua fatica ed il suo impegno  volto a tutelare anche economicamente gli interessi dei cittadini.

In questo autunno, fatto esclusivamente di dichiarazioni senza costrutto, spende le sue parole anche il Presidente della Camera di Commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo: “guardare sempre avanti e valorizzare il sistema produttivo per agganciare la ripresa”. Parole, solo parole che auspicano una sinergia con la Regione ma che gli assicurano  ancora 5 anni di guida alla CCIAA provinciale. Lui afferma che si attende dalla Giunta Regionale stimoli, idee ed aperture mentre, come struttura, mette a disposizione delle imprese un interlocutore burocraticamente snello e vicino agli imprenditori che si sentono abbandonati. Spinge sul “made in Italy”, quale momento catalizzatore della possibile ripresa; vedremo quali proposte innovative saprà predisporre per rilanciare l’attività in FVG.

Intanto Not diventa Commissario della Comunità Montana della Carnia. Un punto a favore del consigliere Marsilio che deve togliersi qualche sassolino dalla scarpe per il fatto del mancato assessorato. Ma chi è Lino Not? Quali e quanti  meriti ha acquisito oltre a quelli di essere un fido del consigliere regionale? Una fattispecie di quello che, nel recente passato, è stato  il giovane  Riolino per Cacitti. Nemmeno un barone: solamente un valvassore o valvassino. Ma con in più tanta e tanta furbizia: mentre con Commissario Zearo il Governatore Tondo aveva chiuso tutti i rubinetti, a lui i soldi arrivano ed alcuni problemi possono essere affrontati e risolti. Bravi, anche se, in questo modo, si farà comunque ben poca strada. Si potrà però essere sicuri di non avere nessuno che intralci il cammino programmato.

Diverte, in autunno, leggere che non esiste un dato certo sulle buste paga dei consiglieri

regionali. Tutti riducono, spesso  a parole (salvo i grillini), ma l’ente  risparmia ben poco in concreto. Noi diciamo che bastano molti soldi di meno e che non condividiamo quanto un consigliere regionale locale aveva dichiarato, tempo fa, in un bar di Tolmezzo. Si era allora a discutere  su una proposta del Governo Monti, incentrata sui costi della politica, intesa a portare il compenso  a 3.500,00 meuro netti e, costui, si era espresso più o meno così:“ma chi cazzo vorrà fare questo lavoro per queste quattro lire”. Lavoro ? Quattro lire? Evviva il concetto di servizio!!  Ma andate ancora una volta a fanculo!!


Noi diciamo che quando un politico regionale è spesato dei costi vivi sostenuti dal risiedere fuori sede (visto che tutto il resto lo paghiamo noi cittadini, alla voce costi amministrativi e di gestione per il funzionamento degli organi democratici regionali) anche quella cifra può essere più che sufficiente.

Ed arriviamo alla riforma Telesca con l’istituzione di una consulta Regionale per la Sanità e l’abrogazione della Legge 25 voluta a suo tempo  dalla giunta Tondo.

Scopa nuova, scopa tutto. Così almeno si dice. Comunque tutte le parole sono bellissime, specie quella sulla “centralità della persona”. Vedremo poi a cosa tutto questo si ridurrà: probabilmente al solito taglio orizzontale dei servizi a favore dei cittadini e senza alcuna verifica dei disastri che tale iniziativa causerà al territorio ed alle are più disagiate.

In compenso, per le province, ad ottobre 2013 si è ancora al palo mentre chi siede su quelle “careghe” chiede un referendum popolare a difesa dell’Istituzione. E chi li tocca!!!

Anche in regione Renzi ha il suo esercito di fedeli, a cominciare dal Governatore, che puntano ad una leadership forte e che guardi avanti. Basta con giochini, interessi personali e correnti personalistiche – dicono – la politica deve assumere scelte coraggiose e per far questo non deve contrattare continuamente per avere puntelli esterni. Ormai oggi siamo arrivati al dunque di un lungo ma calcolato percorso: Renzi è Segretario del più grande Partito ed è Presidente del Consiglio dei Ministri. Nelle sue mani un potere notevole, sostenuto dal popolo se saprà governare sulla base di quanto ha affermato e promesso al Paese, altrimenti un fallimento totale e generazionale che non potrà che portarci ad altra soluzione che non sia le elezioni.

In mezzo a tutto questo marasma anche una nota folcloristica apparsa sui libri di testo delle

scuole elementari: “I friulani? Popolo di spazzacamini”!!? Con l’aggiunta che in FVG si produce il Pinot ed il Soave oltre alla paprica. Per fortuna che il titolo del libro di testo scolastico è: “Il giardino dei saperi”. Che non sia il frutto del pensare e sapere della Gelmini?.

Nel frattempo si continua a dire di tutto e di più. Una delle parole "chiave" è: “Si esce dalla crisi solo aumentando i consumi”. Veramente la scoperta dell’acqua calda.

Continua la “bagarre” sul quantum. I grillini chiedono massimo due mandati anche per i consiglieri regionali e lamentano che i vitalizi, per gli ex deputati del FVG che percepiscono pensioni d’oro, costa “un pacco” ai cittadini. E ciò mentre nella nostra regione quasi la metà dei trattamenti pensionistici è sotto i 550,00 euro ed appena il 28% oscilla tra i 500,00 ed i 1.000,00 euro mensili. Se solamente pensiamo ai costi medi per le utenze ed il riscaldamento viene da suicidarsi. Ma tutti guardano, compiangono, sottolineano, si impegnano ma, alla fine, a loro non gliene “fotte un beneamato c....”. Loro stanno bene e.…..in culo alla balena.

Mister Geronzi
Mentre il PD si avvia verso i congressi del febbraio 2014, l’ex Tondo riunisce i suoi e pensa a cosa fare per i prossimi mesi. E’ un avvio stentato il suo ed i successivi passi sono difficili  da immaginare anche se, una sua adesione alla nuova FI appare quasi scontata. Mai lasciare la strada vecchia e conosciuta  per una nuova e piena di possibili sorprese.

L’autostrada aumenta ed i pedaggi vanno alle stelle. Chiedetevi chi pagherà la terza corsia? Nessuna agevolazione per i possessori di telepass. Una volta si pagava poco, al casello c’era l’omino che incassava il denaro ma costava, la manutenzione era ottima. Ora, di tutto questo, è rimasta solamente una buona manutenzione ma sia paga tanto, tanto di più. E’ una vergogna e viene il desiderio di boicottare il pedaggio autostradale.

Bellissima l’idea della Task-Force per tagliare gli sprechi della Regione. Visto il calo (ovvio, dato che soldi non ci sono) delle entrate bisogna controllare urgentemente la gestione, tappare i buchi del sistema parapubblico, in attesa delle riforme strutturali, ed allora…….si partorisce un ulteriore costo regionale. Un servizio regionale ad hoc, un’Agenzia snella dotata di forte autonomia ed a ciò orientata. Bello sarà vedere i nomi dei partecipanti a questa nuova e sicuramente lauta mensa pubblica.

Per l’Ater si torna invece alle 5 Aziende, azzerando la riforma Tondo. Bella pensata della Santoro: per comunque ridurre i costi non più un CdA per ogni Azienda, nemmeno un CdA ridottissimo nel numero (3), ma l’amministratore unico. Così il ”designatore” dell’incarico diventerà automaticamente anche padrone della edilizia pubblica, con tutto quello che ne consegue e che voi potete immaginare in termini di potere e controllo. Per noi Amministratori unici e Commissari vuol dire riduzione di democrazia. Viva dunque la democrazia centralizzata.

Intanto il PD, nella paritetica, va in crisi sul nome di Illy che, saggiamente, si ritira lasciando il passo a Coen e Strizzolo (gli anni passano, i partiti si cambiano ma i nomi restano sempre gli stessi, purtroppo). Mai dire mai. Spunta allora il nome di Rosato accanto ad un buon usato: Ferruccio Saro. Al Corecom invece Marzini, anche lui uno buono per diverse stagioni.

Chiudiamo il 2013 con la fine, da tempo annunciata, dell’UDC. Anzolini sfiducia il segretario regionale che continua a parlare di un “partito vivo”. La verità è che l’UDC è stato annientato prima di tutto dalle decisione alternanti ed ondivaghe di Casini  oltre che da una sua personale valutazione errata della strategia  politica da tenere. Personalmente comunque è riuscito a tenersi a galla perché, da furbone e maneggione qual'è, è sempre riuscito a trovare "l’ingenuotto" di turno da far cadere in tranello. Chi non c’è cascato invece sono le sue ex signore che hanno provveduto, chi prima e chi dopo, a sistemarlo per le feste mettendo in luce una sua vita personale da vero…..cattolico professante.

Chiudiamo la chiacchierata sugli avvenimenti regionali  con l’indicazione che, comunque sia, qualche piccolo segnale la giunta Serracchiani l’ha dato. Un po’ di costi sono calati, assessori e consiglieri hanno fatto una piccola dieta dimagrante, ma poco altro. Molta invece la sua presenza nei “media” e sempre con buon successo. Con questo percorso e questa immagine la Presidente è pronta per Roma, sia a livello di Partito che….di Governo.

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